COSA E’ IL TARTUFO
Il Tartufo, dal latino Tuber, è un fungo ipogeo, vale a dire che compie il suo ciclo vitale sotto terra. E’ costituito da una massa carnosa chiamata “gleba”, rivestita da una sorta di corteccia chiamata “peridio”. Questo fungo è costituito in altissima percentuale di acqua, contiene inoltre sali minerali che sono assorbiti dal terreno tramite le radici di alcuni tipi di alberi con i quali stabilisce un rapporto simbiotico detto micorriza. Queste aree sono caratterizzate da un equilibrio ecologico estremamente delicato, al quale è necessario dedicare attenzione e cure agronomiche.
LA RICERCA DEL TARTUFO
E’ l’esperienza più emozionante per un appassionato di tartufi. Un cercatore accompagnato dal cane si addentra nel bosco lontano da centri abitati tra querce, faggi e nocciole dove si possono udire solo i rumori della natura alla ricerca del prezioso fungo ipogeo. Guidato solo dal fiuto dell’animale e dall’intuito maturato in anni di esperienza insieme a quello che è l’amico più caro per un “Trifulao”: il suo cane. Questa è la ricerca del tartufo!
UN PO’ DI STORIA
Da tutti il Tartufo è considerato il più nobile fra i prodotti della terra ed assomma in sé le prerogative di distinzione, eccellenza e superiorità. I primi ad utilizzarlo furono i Babilonesi (3.000 a.C.) e gli Egizi, seguiti dai Greci e dai Romani. Nell’età d’oro della Grecia Antica (IV secolo a.C.) il tartufo era spesso il protagonista della tavola. L’unicità del tartufo, il suo profumo e la crescita insolita hanno dato vita ad una serie di leggende sulla sua nascita e sui suoi effetti. Grandi personaggi del passato come Pitagora e Galeno sostenevano che il tartufo è molto nutriente e che “può disporre delle voluttà”; ecco così assegnate al tartufo le proprietà afrodisiache. Era infatti dedicato ad Afrodite, dea dell’amore, e somministrato dai medici ai pazienti afflitti dalla “vergognosa impotenza”. Plinio il Vecchio lo considerava un dono del cielo e scrisse: “Massimo miracolo della natura è la nascita e la vita di questo tubero che cresce isolato e circondato di sola terra”. Nel medioevo le conoscenze sul tartufo non fanno grandi progressi pur rimanendo esso un cibo altamente apprezzato, soprattutto nelle mense di nobili ed alti prelati. E’ comunque nel Rinascimento che il tartufo raggiunge la sua massima diffusione al punto che in un banchetto di rispetto non ne era ammessa l’assenza. Nella modernità una data fondamentale è il 1931, hanno della pubblicazione, da parte di Carlo Vittadini, della monografia Tuberacearum, un’opera che permise a Vittadini di gettare le basi dello studio moderno del tartufo.